La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
trattenersi di offrirgli, con espansione, la destra. Ma il Letterato càddegli innanzi a' ginocchi: - Morte! - egli disse - ecco quanto ci spetta. Una
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nelle ìntime fibre di lui, e le tenne, finchè ci svanì, oppresse. Mario il capo abbassò, abbassò le pupille, avrebbe voluto inabissarsi tutto. Ma
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il torto, benchè nessuno ci fosse così galantuomo da confessarlo. E poi, il Beccajo e la fazione di lui- sette uòmini in tutto e trè donne - con le
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. Han bel fuggire i nemici, - han bel gittarsi migliaja di leghe alle spalle, i codardi! ... Il mare è di tutti. Là ci sono foreste ... - Evviva il
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, contro la fame, il cielo e le belve, armi a difesa di quella vita, che Noi ci rifiutammo di tôrvi. Risparmiata v'è dunque la prima ferocìssima guerra
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. Pur, tu, benigna d'inesàusto amore, tu, patria a tutti e eguagliatrice fine, nel tuo ci solvi non mai stanco grembo, cessi i dolori, le vergogne
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tàcito naso ai lor disconclusi propòsiti, ci diede fine, osservando, che, se diverse le vie, la meta era poi sempre la stessa, cioè la morte una sola
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, anch'elle, specchiare, non ci sarèbber più specchi. Ed ecco, da lungi, apparir Forestina. Reggèa due grossi pani sul capo, e cantava, giojosa, di